Opera storica di A. Manzoni
sul processo agli untori della peste svoltosi a Milano nel 1630, che si concluse
con due condanne a morte. Composta nel 1829, fu pubblicata in appendice ai
Promessi sposi nell'edizione definitiva del romanzo (1840-42). Nel saggio
(il cui titolo si riferisce alla colonna innalzata a Milano nei pressi di San
Lorenzo e di Porta Ticinese per ricordare i processi agli untori e abbattuta nel
1778) Manzoni volle dimostrare, rettificando quanto sostenuto da Alessandro
Verri nelle sue
Osservazioni sulla tortura, che le condanne furono
comminate in modo iniquo, in quanto, indipendentemente dalle circostanze
storiche, dai pregiudizi oscurantisti e dallo stato della giustizia dell'epoca,
sul verdetto dei giudici influirono in modo determinante le passioni che
ottundevano la loro coscienza. I pregi dell'opera, considerata in genere
secondaria al romanzo, sono stati sottolineati di recente da numerosi studiosi;
alla sua rivalutazione hanno inoltre contribuito sia la libera riduzione
teatrale curata da D. Buzzati, sia la versione per il cinema ad opera di N.
Risi.